Anche questa volta, gli animalisti (persino quelli veri)
sono caduti nella trappola 'brambilliana' fatta di ipocrisia ed incongruenze
nei confronti di una causa nobile e seria come quella animalista.
L'ex ministro cavalca l'onda animalista da tempo ormai, ma forse avrebbe dovuto
stare più attenta alle sue mosse; sì, perché prima o poi il marcio viene a
galla.
Ci sono almeno 2 discrepanze nell'etica animalista di Michela Vittoria, e cioè:
la sua azienda ittica, la SAL SeaFood, che importa in Italia un considerevole
quantitativo di salmone norvegese, azienda della quale la pseudoanimalista è
titolare. Chissà cosa risponderebbe se
qualcuno le ricordasse che il vero animalismo non fa distinzione tra il pesce e
gli altri animali; forse ripeterebbe le stesse parole: ' La SAL SeaFood è un
mio vanto..'.
Inoltre, l'ex ministro nel 2001 diede
vita ad un'altra azienda ittica, la Sotra Coast International, a Merate. Anche
questa è divenuto un suo vanto? Come possiamo
definire il suo operato? Sincero, etico, oppure ipocrita e dai secondi
fini? Lascio a voi libertà di formulare
la vostra libera opinione.
Ma veniamo alle ultime notizie che la vedono coinvolta: lo squallore del canile di Lecco, gestito
dalla Leida, di cui la Brambilla è Presidente. Il canile è stato giudicato non
idoneo; le documentazioni di fatto lo confermano e mostrano un canile
fatiscente, sporco, per niente adatto ad assicurare il benessere degli ospiti
all'interno. Nel 2010 la ASL comunica al Comune che la struttura non è più
adatta, aggiungendo che tale inadeguatezza non è imputabile alla gestione della
Leida.
Ora, capisco che la non idoneità sia della struttura e non sia di fatto compito dell'associazione
occuparsi dell'aspetto edile del canile, ma mi sono chiesta quale sia stato il
motivo che ha impedito all'ex ministro di far sentire la propria voce anche a
favore di una situazione che, tramite la propria associazione, la vedeva
coinvolta in prima persona.
Ma andiamo leggermente indietro nel tempo: nel 2002 la Brambilla ha ricevuto dal Comune
l'affidamento diretto per nove anni, ottenendo 540 mila euro per i 307 cani
ospitati; questa cifra dovrebbe farci
intuire che sia possibile per gli
animali condurre una vita dignitosa, ma così difatto non è, tant'è che i
volontari denunciano alla ASL lo stato di incuria del canile; ne consegue che
l'Onorevole decide di bloccare l'accesso ai volontari. Il tutto è scaturito in
due avvisi di conclusione a danno della volontaria Susanna Chiesa che denunciò
il degrado del canile, sottolineandone le cattive condizioni dei cani
all'interno: sovraffollamento, problemi fognari, morti a causa di
sbranamento, box fatiscenti e bagnati e persino scarsa qualità del cibo, che ha
creato gravi danni intestinali ai cani.
Come stanno le cose in questo caso? Perché l'ex ministro non ha proferito parola anche a difesa di questi
cani? Forse perché non sono così famosi come i cani di Green Hill?
Sono conscia del fatto che ci siano personaggi che desiderano screditarla, ma
ben vengano comunque le prove che, quantomeno, fanno pensare che, forse, non
tutto è mosso da nobili ideali.
Maria Cristina Spano
Nessun commento:
Posta un commento