mercoledì 25 luglio 2012

L'ipocrisia di Michela Vittoria Brambilla







Anche questa volta, gli animalisti (persino quelli veri) sono caduti nella trappola 'brambilliana' fatta di ipocrisia ed incongruenze nei confronti di una causa nobile e seria come quella animalista.
L'ex ministro cavalca l'onda animalista da tempo ormai, ma forse avrebbe dovuto stare più attenta alle sue mosse; sì, perché prima o poi il marcio viene a galla. 
Ci sono almeno 2 discrepanze nell'etica animalista di Michela Vittoria, e cioè: la sua azienda ittica, la SAL SeaFood, che importa in Italia un considerevole quantitativo di salmone norvegese, azienda della quale la pseudoanimalista è titolare.  Chissà cosa risponderebbe se qualcuno le ricordasse che il vero animalismo non fa distinzione tra il pesce e gli altri animali; forse ripeterebbe le stesse parole: ' La SAL SeaFood è un mio vanto..'.
Inoltre, l'ex ministro  nel 2001 diede vita ad un'altra azienda ittica, la Sotra Coast International, a Merate. Anche questa è divenuto un suo vanto?  Come possiamo definire il suo operato? Sincero, etico, oppure ipocrita e dai secondi fini?  Lascio a voi libertà di formulare la vostra libera opinione.
Ma veniamo alle ultime notizie che la vedono coinvolta:  lo squallore del canile di Lecco, gestito dalla Leida, di cui la Brambilla è Presidente. Il canile è stato giudicato non idoneo; le documentazioni di fatto lo confermano e mostrano un canile fatiscente, sporco, per niente adatto ad assicurare il benessere degli ospiti all'interno.  Nel 2010 la ASL  comunica al Comune che la struttura non è più adatta, aggiungendo che tale inadeguatezza non è imputabile alla gestione della Leida. 
Ora, capisco che la non idoneità sia della struttura  e non sia di fatto compito dell'associazione occuparsi dell'aspetto edile del canile, ma mi sono chiesta quale sia stato il motivo che ha impedito all'ex ministro di far sentire la propria voce anche a favore di una situazione che, tramite la propria associazione, la vedeva coinvolta in prima persona. 
Ma andiamo leggermente indietro nel tempo:  nel 2002 la Brambilla ha ricevuto dal Comune l'affidamento diretto per nove anni, ottenendo 540 mila euro per i 307 cani ospitati;  questa cifra dovrebbe farci intuire che  sia possibile per gli animali condurre una vita dignitosa, ma così difatto non è, tant'è che i volontari denunciano alla ASL lo stato di incuria del canile; ne consegue che l'Onorevole decide di bloccare l'accesso ai volontari. Il tutto è scaturito in due avvisi di conclusione a danno della volontaria Susanna Chiesa che denunciò il degrado del canile, sottolineandone le cattive condizioni dei cani all'interno:  sovraffollamento,  problemi fognari, morti a causa di sbranamento, box fatiscenti e bagnati e persino scarsa qualità del cibo, che ha creato gravi danni intestinali ai cani.
Come stanno le cose in questo caso? Perché l'ex ministro non  ha proferito parola anche a difesa di questi cani? Forse perché non sono così famosi come i cani di Green Hill? 
Sono conscia del fatto che ci siano personaggi che desiderano screditarla, ma ben vengano comunque le prove che, quantomeno, fanno pensare che, forse, non tutto è mosso da nobili ideali.



Maria Cristina Spano

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